Il metodo antistronzi non è una stronzata.

Sistemando casa e sfogliando una Moleskine già usata, mi son fermato a rileggere gli appunti presi dalla lettura del libro “Metodo antistronzi”.

Era l’estate 2012 e mi godevo un po’ di riposo dopo una stagione lavorativa particolarmente stressante. Lavoro non mancava, anzi. La scrivania piena di idee, di piani di crescita, di miglioramenti sotto tutti i fronti.

Mi mancavano le persone giuste, però, ero un vulcano di idee ma con il cratere otturato a causa della miopia dei miei collaboratori. Sempre a tentare, invano, di cambiare gli altri, fino ad arrivare allo scontro: sei uno stronzo!

Senza offesa, invece è proprio una caratteristica delle persone: quelli che pensano sempre e solo e maledettamente per sè. Quelli buoni, sono altri!

A futura memoria scrivo qui un minimini riassunto per punti così da essere un efficace richiamo e promemoria per ogni occasione:

  • la vita è breve
  • agire tempestivamente quando si commettono abusi
  • attenzione alla riproduzione omosociale: con l’assunzione si tende a replicarsi
  • è difficile non assumere uno stronzo che promette grandi profitti
  • è complicato mettere alla porta chi sta facendo guadagnare un sacco di soldi
  • “le migliori performance individuali si basano sulla collaborazione dei colleghi nel servire il cliente”
  • inviare una lettera di richiamo ai clienti che si comportano da stronzi, ed in caso invitarli a non comprare più
  • performance migliori con stipendi livellati
  • stronzo di rappresentanza: se lo stronzo è emarginato, serve come monito per capire come NON comportarsi
  • essere stronzi è giusto in un ambiente dove lamentarsi paga

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