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Operai

Riflettere sul passato, ogni tanto fa bene. E’ di aiuto per prendere le distanze, fare il punto della situazione, capire davvero com’è andata. Perchè se vuoi decretare il vincitore, a volte lo puoi fare solo dopo.

Viviamo in un flusso di continuo presente, di cambiamenti continui dentro una superficie di calma apparente, immobilità sociale ed economica. Per questo, occorre riflettere anche su cosa vuol dire passato, per dare al tempo trascorso la relatività che si merita e capire se, ad un certo punto, possiamo dichiarare risolto un problema, o perchè no, obsoleto.

Leggere Operai significa settare i calendari indietro di 30 anni, viaggiare e riprendere la memoria di una condizione e percezione del mondo del lavoro molto diversa da oggi. Il primo sforzo intellettuale che si compie leggendo il libro oggi, azione involontaria per l’autore, è dare un tempo relativo a 30 anni fa. E si scopre che dagli anni ’80 ad oggi il tempo trascorso è molto maggiore degli anni che troviamo in mezzo.

Parlando del passato, dell’industria italiana, dici FIAT ed hai citato la sola e da sola la grande industria in Italia per antonomasia. Si si, proprio nel paese della “piccola e media impresa”, ancora è vivo e presente il retaggio di un sistema che ha assorbito nel suo ciclone ogni ministero del lavoro, i governi di ambo gli schieramenti e plasmato ogni sindacato.

Il libro entra dentro gli uffici dei responsabili aziendali, gira attento tra i reparti produttivi scrutando macchine, uomini, bacheche. Ma va a scoprire anche cosa succede dentro le sale da pranzo nei condomini degli operai, a Mirafiori ma anche nei paesi del Sud. E poi in gita aziendale, di buonora. Parla di chi le FIAT le produce, di chi ci ha trascorso una vita, di chi è ancora nell’immenso sistema della immensa fabbrica.

Gad Lerner non giudica ma fa parlare gli operai per capirne la loro essenza, la loro presenza sociale e il vissuto. Anch’io non giudicherò, dopo tutto questo tempo molte cose sono cambiate, molte sono rimaste al punto di partenza, solo siamo tutti un po’ divisi.

Pensierino: che bello sarebbe un nuovo movimento operaio, di quelli che lavorano nella costellazione di aziendine, alternativo al pensiero dominante che ha come parole chiave precariato e pensioni?